GUIDA AI BONUS PER L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO

LA GRANDE GUIDA

In Italia, negli ultimi anni si è registrato un notevole aumento nell’utilizzo dei sistemi di energia rinnovabile. Questo incremento è stato favorito dalla diminuzione dei costi delle componenti, dalla posizione geografica favorevole del paese e, soprattutto, dal sostegno finanziario che ha svolto un ruolo importante nel promuovere l’adozione di sistemi di produzione di energia rinnovabile

INDICE

Le principali differenze tra gli impianti fotovoltaici

Un impianto fotovoltaico utilizza l’energia solare e la converte in energia elettrica attraverso le celle solari integrate, grazie al principio fisico fotovoltaico.

Gli impianti fotovoltaici si distinguono in base alla loro installazione e alla loro potenza nominale. Quest’ultima, in particolare, determina se si tratta di un mini-impianto fotovoltaico o di un grande impianto fotovoltaico.

Un sistema fotovoltaico convenzionale permette di sfruttare circa il 20-30% dell’elettricità generata per l’autoconsumo, mentre il resto viene immesso nella rete.

Il surplus di energia viene di solito pagato ai proprietari dell’impianto per l’immissione in rete dell’elettricità fotovoltaica, attraverso la stipulazione di un contratto regolato dal GSE e noto con il nome di scambio sul posto, applicabile per impianti fino a 20 kilowatt.

Un impianto di questo tipo viene solitamente installato sul tetto di un edificio o su spazi aperti e il collegamento è di solito complesso e deve essere eseguito da uno specialista.

Non solo, a seconda della potenza desiderata la messa in esercizio di un impianto da tetto comporta una serie di oneri burocratici verso GSE, ARERA, e le amministrazioni comunali.

Inoltre, nel caso in cui si volesse adottare un impianto con una potenza superiore a 20 kilowatt, sarà necessario acquisire una licenza di esercizio presso l’Agenzia delle Entrate, poiché l’impianto viene considerato come una piccola centrale elettrica.

Al contrario, se si tratta di un sistema Plug-in che può essere installato su un balcone, non è necessario avviare particolari procedure burocratiche o richiedere permessi. Infatti, l’articolo 1122-bis del Codice Civile, considera l’adozione del fotovoltaico Plug&Play come intervento in edilizia libera e pertanto non è soggetto a particolari limitazioni. A fare eccezione sono le aree sottoposte a vincoli paesaggistici e storico-artistici per cui sarà necessario rivolgersi al proprio comune di appartenenza e richiedere un’autorizzazione.

Un impianto fotovoltaico Plug&Play è un piccolo impianto fotovoltaico appositamente progettato per essere installato su un balcone o su una parete. A differenza di un impianto tradizione, il fotovoltaico da balcone è molto più piccolo e spesso costituito da un solo pannello e da un inverter integrato. L’energia generata viene consumata direttamente in casa e quindi raramente viene immessa nella reta pubblica.

In Italia, viene classificato come mini-impianto fotovoltaico un sistema che ha una potenza di immissione inferiore a 800 watt. La normativa CEI-021 del 2019-04, attualmente in vigore, prevede una suddivisione degli impianti con potenza inferiore a 800 watt in due categorie:

  • Sistemi con una potenza di immissione fino ad un massimo di 350 watt, sono considerati Plug&Play
  • Sistemi la cui potenza di erogazione supera i 350 watt e non superano 800 watt, sono considerati mini-fotovoltaici.

Per entrambi è possibile comunicare l’installazione dell’impianto al distributore di rete tramite procedure semplificate.

Questi piccoli impianti devono essere segnalati al distributore e non è necessaria alcuna approvazione da parte di quest’ultimo e nessun versamento di denaro. Anche la messa in funzione è altrettanto semplice e può essere effettuata senza l’intervento di uno specialista, grazie alla cosiddetta installazione Plug&Play.

Incentivi per il fotovoltaico in Italia: ultime notizie

Una volta che si è deciso di acquistare un impianto fotovoltaico, il passo successivo è quello di informarsi sulle possibili sovvenzioni statali, regionali o comunali.

Anche per gli impianti più piccoli, il cui costo è solitamente inferiore rispetto ad un impianto da tetto, è sempre conveniente finanziare almeno una parte dei costi di acquisto attraverso le sovvenzioni e quindi poter dimezzare i tempi di ammortamento.

Per quanto riguarda il fotovoltaico convenzionale, in Italia nel 2005 è stato istituito il cosiddetto conto energia, un meccanismo di incentivazione e compensazione finanziaria per la produzione di energia da fonti rinnovabili, incluso i fotovoltaico. L’obiettivo per il quale è stato introdotto è promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici e favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Il sistema prevedeva un contratto di durata variabile (generalmente 20 anni), con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che garantiva un prezzo fisso per ogni kilowattora di energia solare prodotta e immessa nella rete elettrica. L’obiettivo principale, oltre alla promozione delle rinnovabili, era volto a facilitare il recupero degli investimenti da parte dei produttori.

Il sistema del conto energia in Italia ha subito varie modifiche nel corso degli anni, con una progressiva riduzione degli incentivi. Fino ad arrivare al 2013, anno in cui è stato introdotto il regime di scambio sul posto, che ha sostituito definitivamente il conto energia. Il nuovo sistema, tutt’ora in auge, ha permesso ai produttori di utilizzare l’energia autoprodotta per il consumo diretto ed immettere nella rete pubblica l’eventuale surplus.

Dopo la sospensione del conto energia, sia le imprese che i privati che desiderano installare un impianto fotovoltaico, potranno beneficiare di vantaggi fiscali. Il fotovoltaico, sia esso di grandi dimensioni o piccole (mini-impianto inferiore a 800 watt) rientrerà nelle pratiche di ristrutturazione edilizia.

Il governo italiano offre la possibilità di sovvenzionare l’acquisto di un impianto fotovoltaico. Ecco gli incentivi in vigore nel 2023:

  • Superbonus al 90%
  • Detrazione IRPEF al 50%
  • Iva agevolata al 10%

 

Tra gli incentivi regionali, volti ai privati, per l’acquisto di un sistema fotovoltaico è ancora valido:

  • L’incentivo del 40% del Friuli Venezia Giulia, rivolto a coloro che vogliono installare un impianto fotovoltaico e di accumulo di energia elettrica.

Gli incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici sono concessi a fondo perduto e sono limitati al 40% del costo totale dell’intervento. Sono considerate le spese avvenute a partire dal 1 novembre 2022 e l’incentivo avrà validità fino a novembre 2023 (prorogato anche per il 2024*).

*Aggiornamento: Il bando è stato prorogato anche per il 2024 poiché sono stati stanziati altri 50 milioni di euro per incentivare l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici, solari termici e sistemi di accumulo. Pertanto, continueranno ed essere concessi contributi a fondo perduto nella misura non superiore al 40% fino ad esaurimento fondi.

Per gli impianti fotovoltaici fino a 800 watt, compresi quelli Plug&Play, il costo massimo ammissibile è di 1720 euro, con un incentivo del 40% del costo sostenuto fino ad un massimo di 688 euro.

Per gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 800 watt, il costo massimo ammissibile è di 3.000 euro al kW (fino ad un massimo di 18.000 euro), con un incentivo del 40% fino a 1.200 euro per kW installato, con un limite di 7.200 euro.

sistemi di accumulo, il cui costo massimo ammissibile è di 1.130 euro per kWh installato (fino ad un massimo di 13.560 euro), con un incentivo del 40% fino ad un massimo di 452 euro per kWh installato, con un limite di 5.424 euro.

L’incentivo regionale del FVG può essere cumulato con le detrazioni fiscali nazionali e altri incentivi, a condizione che la somma delle agevolazioni ottenute non superi la spesa complessivamente sostenuta per l’intervento. Tuttavia, l’incentivo non è cumulabile con le detrazioni fiscale del Superbonus 110% e i contributi regionali straordinari concessi secondo disposizioni specifiche.

SUPERBONUS 90% EX 110%

Il Superbonus 90% è un’agevolazione fiscale introdotta in Italia e ha come obiettivo la promozione della riqualificazione energetica degli edifici e l’installazione di impianti fotovoltaici. Questa misura è stata introdotta nel 2020 con il nome di Superbonus 110%, all’interno di un pacchetto di misure economiche adottate per affrontare gli effetti dell’emergenza sanitaria in corso.

Recentemente il governo Meloni ha ridotto la percentuale del bonus dal 110% al 90%. Tuttavia, non cambia l’obiettivo primario, ovvero la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale al 90% per le spese sostenute nell’anno 2023 per interventi di efficientamento energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili.

In sostanza, questo significa che il contribuente può detrarre il 90% delle spese sostenute attraverso le imposte, suddividendo la detrazione in 10 quote annuali.

La norma prevede una suddivisione delle tipologie di interventi, che possono godere del bonus, in due categorie:

Requisiti per usufruire del Superbonus al 90% per l’installazione di un impianto fotovoltaico

Per quanto concerne l’installazione di un impianto fotovoltaico, questa è considerata evento trainato, perciò la sola installazione di pannelli fotovoltaici o di sistemi di accumulo non è sufficiente per accedere al Superbonus 90%.

Inoltre, un ulteriore requisito è che l’impianto sia collegato alla rete elettrica e che l’energia prodotta, che non viene quindi utilizzata per l’autoconsumo, venga ceduta al GSE.

Sarà anche necessario che, a seguito di tali interventi, sull’immobile si verifichi un miglioramento di almeno due classi dell’efficienza energetica.

È importante notare che la detrazione al 90% è soggetta a limiti di spesa e ad alcune condizioni specifiche:

  • Impianti fotovoltaici: 2.400 euro per kW, per un limite di spesa di (max 48.000 euro)
  • Batterie di accumulo: 0 euro per kW, per un limite di spesa di 48.000 euro.

INFO-BOX

TESTO ORIGINALE SULLA NORMATIVA PER SUPERBONUS AL 90% EX 110%

 

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-12-29&atto.codiceRedazionale=22G00211&elenco30giorni=false

DETRAZIONE DEL 50% PER L’ACQUISTO DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO 2023

Grazie alla Legge di Bilancio 2022 viene ricostituito all’interno del Bonus-Casa l’Ecobonus al 50%. Il bonus prevede detrazioni fiscali sugli interventi che comportano risparmio energetico e riguardano l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia.

Il sostegno statale intende incentivare i cittadini all’utilizzo di sistemi di generazione di energia verde a scapito dell’uso dei combustibili fossili.

Il bonus consiste in una detrazione IRPEF del 50% ripartita in 10 rate annuali, volta a coprire una parte delle spese sostenute per l’acquisto di un mini-impianto fotovoltaico, un impianto fotovoltaico tradizionale o di un sistema di accumulo di energia elettrica.

Recentemente il bonus è stato prorogato fino al 31/12/2024, tramite la Legge di Bilancio del 2022 e confermato dall’attuale governo Meloni. L’importo massimo di spesa ammesso per poter accedere alla detrazione del 50% è di 96.000 euro.

L’acquisto di un impianto fotovoltaico viene considerato parte delle ristrutturazioni edilizie, di cui fanno parte anche gli interventi volti all’efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale delle abitazioni.

Vale la pensa sottolineare che, sebbene l’installazione di un sistema fotovoltaico Plug&Play non richieda lavori di cantiere, ai fini della detrazione fiscale del 50%, è considerata una forma di ristrutturazione edilizia.

IVA AL 10% SUGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

L’Iva agevolata al 10% per gli interventi in edilizia è un beneficio fiscale offerto dallo Stato italiano, che si applica a lavori di ristrutturazione, restauro e recupero edilizio elencati nell’articolo n.127 quinquies Tabella A, Parte III, allegata al DPR 26 Ottobre 1972m n.633. Questo permette allo stato di applicare un’aliquota Iva ridotta al 10% anziché al 22%.

Inoltre, IIva agevolata al 10% può essere estesa anche a beni mobili, tra cui rientrano gli impianti fotovoltaici da balcone. La Corte di Cassazione, con la sentenza [Cas.ord.n.11690 del05.05.2021], ha riconosciuto il diritto all’applicazione dell’Iva agevolata al 10% per l’acquisto di impianti fotovoltaici, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, a vantaggio del consumatore finale.

La normativa sull’Iva al 10% non solo consente l’acquisto di pannelli fotovoltaici ad un prezzo inferiore, ma favorisce anche la tutela dell’ambiente, come sancito dalla Costituzione italiana [articoli 9 e 32 della Costituzione].

Chi può beneficiare dell’Iva agevolata?

L’acquisto con Iva agevolata al 10% è destinato ai consumatori, sia privati che aziende. Secondo l’articolo7, lettera b della Legge 488 del 23 Dicembre 1999, l’Iva ridotta si applica solo alle unità immobiliari e agli edifici destinati ad uso esclusivamente abitativo.

Pertanto, per la manutenzione straordinaria o ordinaria di un negozio, di un’attività commerciale o industriale, l’Iva applicata sarà del 22%.

Tuttavia, i possessori di partita Iva potranno beneficiare dell’agevolazione solo per uso privato.

 

COME OTTENERE IL BONUS FOTOVOLTAICO 2023

Attualmente, oltre alla riduzione dell’Iva al 10%, un ulteriore modo per ottenere agevolazioni per l’acquisto di un impianto fotovoltaico è l‘accesso alla detrazione IRPEF del 50%, nota anche Ecobonus al 50%.

Di seguito verranno analizzati dettagliatamente i requisiti previsti dalla normativa in vigore nel 2023:

Chi può usufruire dell’Ecobonus?

  • I proprietari di prime e seconde case
  • Gli affittuari o comodatari o condomini
  • I proprietari d’impresa presso le proprie aziende

Requisiti per beneficiare della detrazione fiscale al 50%

  • L’impianto fotovoltaico installato deve essere dedicato esclusivamente all’autoconsumo.
  • Non usufruire di nessun incentivo per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per esempio il Quinto Conto Energia.
  • Notificare l’iscrizione all’Enea (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologia) entro 90 giorni dalla messa in funzione dell’impianto.

Oltre a ciò, come riporta la circolare N.11/E dell’Agenzia delle Entrate, è possibile beneficiare dell’incentivo anche se si acquista un impianto fotovoltaico da un’azienda estera senza una partita Iva italiana.

Normalmente per richiedere il bonus con la detrazione del 50% tramite al dichiarazione dei redditi è necessario effettuare il pagamento tramite bonifico bancario parlante.

Nella causale del bonifico è necessaria sempre la presenza dei seguenti dati:

  • numero e data di emissione della fattura
  • causale del versamento
  • codice fiscale del beneficiario

Di seguito è riportato un esempio:

La Comunicazione Enea in 7 semplici passaggi

Per ottenere il beneficio dell’Ecobonus al 50%, è indispensabile inviare, attraverso piattaforma digitale, la notifica di installazione dell’impianto all’Enea.

L’ENEA, Agenzia Italiana per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo economico sostenibile, è un ente di diritto pubblico che si occupa di ricerca, innovazione tecnologica e fornisce servizi avanzati a imprese, pubblica amministrazione e cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile (come stabilito dall’articolo 4 della Legge 28 Dicembre 2015, n.211).

Nel caso in cui si volesse acquistare un mini-impianto fotovoltaico, la detrazione è relativa al 50% e l’intervento rientra nella categoria del Bonus Casa.

Sarà necessario effettuare la registrazione telematica entro 90 giorni dal termine dei lavori, ovvero dell’installazione dell’impianto.

Segui questi 8 passaggi per effettuare la Comunicazione Enea in modo rapido ed efficace:

  1. Accedi al portale attraverso il seguente link: https://bonusfiscali.enea.it/
  2. Completa l’accesso tramite SPID
  3. Seleziona BONUS CASA
  4. Inserisci i tuoi dati personali alla voce “DATI BENEFICIARIO”
  5. Inserisci i DATI DELL’IMMOBILE
  6. Alla sezione “Tipo di intervento” seleziona IMPIANTO FOTOVOLTAICO
  7. Inserisci i dati dell’impianto: potenza, angolo di inclinazione e orientamento
  8. Invia la richiesta e completa l’operazione

Si consiglia di stampare e conservare il documento come prova, nel caso in cui sia richiesto di esibirlo in futuro.

NORMATIVA E APPROFONDIMENTI

IN QUANTO TEMPO SI AMMORTIZZA UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO 2023

Il tempo di ammortamento di un impianto fotovoltaico Plug&Play può variare a seconda di diversi fattori, tra cui la dimensione dell’impianto, l’irraggiamento solare della zona in cui si risiede, eventuali costi di installazione e il risparmio energetico ottenuto.

Di solito, i sistemi fotovoltaici Plug&Play hanno un tempo di recupero dell’investimento più breve rispetto agli impianti tradizionali. Questo è dovuto al fatto che i costi di installazione sono nulli e all’agevole integrazione nel sistema elettrico già esistente.

Tuttavia il tempo di ammortamento di un impianto fotovoltaico dipenderà dalle tariffe energetiche locali, dai costi dell’energia elettrica che l’impianto sostituirà, nonché dagli incentivi e dalle agevolazioni disponibili.

L’Ecobonus al 50% consente di detrarre dall’imposta sul reddito una percentuale significativa dei costi sostenuti per l’acquisto e l’installazione dell’impianto fotovoltaico.

Questo rappresenta un incentivo molto vantaggioso, che rende l’investimento nell’energia solare ancora più conveniente e accessibile.

Ecco un esempio di calcolo dell’ammortamento di un impianto fotovoltaico Plug&Play

Complessivamente, la combinazione di una generosa esposizione solare, un clima favorevole, una buona latitudine e un territorio adatto all’installazione di un impianto fotovoltaico, rende l’Italia una paese geograficamente favorevole per lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia solare.

INFO-BOX

Come indicato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 11/2014  (riferendosi in quella circostanza all’acquisto di mobili all’estero), quando il destinatario del bonifico non è residente e non ha un conto in Italia, il pagamento deve essere effettuato con bonifico (bancario o postale) internazionale, sul quale vanno indicati il codice fiscale di chi beneficia della detrazione e la causale del versamento. Inoltre, va riportato il codice identificativo della ditta estera eventualmente attribuito dal Paese di residenza. Questo codice sostituisce il numero di partita Iva o il codice fiscale che è necessario indicare nei bonifici a favore di soggetti residenti in Italia. La ricevuta del bonifico deve essere conservata insieme agli altri documenti richiesti per usufruire della detrazione.

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